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venerdì 6 novembre 2020

Il dramma dei figli di nessuno

#sonolavoce

Fra i tanti drammi non possiamo non ricordare anche quelli di chi, pur avendo portato avanti una gravidanza ed essendo stata un tutt' uno con la propria creatura, al momento del parto non riesce a coltivare quel legame e sceglie di dare al proprio bimbo una seconda possibilità.                                      La maggior parte opta per l'anonimato e sul certificato di nascita verrà scritto "nato da donna che non acconsente ad essere nominata"; entrambi saranno da quel momento in poi tutelati dalla legge (seppur il figlio avrà accesso alle proprie origini al compimento del centesimo anno salvo ripensamento di lei) e inizierà l'iter per l'adozione del minore. Alcune magari si accorgono pochi mesi dopo di non essere in grado di crescere quella personcina che probabilmente tanto amano ed allora decidono di abbandonare il proprio neonato o neonata in una culla per la vita presente in molte città, in genere in adiacenza agli ospedali. La culla per la vita non è null'altro che una culla termica collegata con il pronto intervento, dove la privacy di chi deposita il lattante è innanzitutto garantita, ma anche la sopravvivenza del neonato il quale avrà nell'immediatezza le migliori cure.



Tuttavia esiste anche una minoranza di "donne" che li tratta come spazzatura gettandoli nei rifiuti, li abbandona in mezzo ad una strada o li getta dai balconi (vedi il recente caso di Trapani). Vuoi il retaggio culturale che in alcune zone tratta le ragazze madri al pari delle prostitute, vuoi la non conoscenza di diversi sistemi di tutela per le puerpere, ogni anno accadono molteplici infanticidi, ed in ogni crimine verso un bambino dobbiamo sentirci tutti colpevoli.                                                               Colpevoli quando giudichiamo pesantemente una ragazza che è rimasta incinta giovane, quando la condanniamo senza considerare che i figli si fanno in due, quando educhiamo con valori diversi figli e figlie. L'educazione sessuale nelle scuole gioca a mio avviso un passo fondamentale nella prevenzione, ma soprattutto quando saremmo in grado di cambiare i nostri comportamenti verso il prossimo e la frase "chissà cosa dice poi la gente" sarà abolita, ,vi assicuro che gli episodi diminuiranno. 

Lasciatemi infine esprimere il mio giudizio: se non possiamo permetterci di condannare chi dà il proprio  figlio in adozione o lo abbandona in un posto sicuro, ammazzare chi hai tenuto in grembo per 9 mesi sapendo che avrebbe tutte le possibilità di crescere in una famiglia che lo amerebbe più di ogni cosa, è da mostri. Non esistono giustificazioni, perchè, se, come prima ho scritto i figli si creano in due, le mani sporche di sangue sono delle madri.

Tornerò sull'argomento.

 

 

 

 

Angela De Luca.



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1 commento:

  1. Drammi che raccontano storei di disperazione, paure, follie e quant'altro,il tutto condito da una legislazione che è un grande tormento per tanti.

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