Post in evidenza

Audio "Lettera aperta al mio compagno ed a qualsiasi uomo"

lunedì 28 dicembre 2020

OGGI CON VOI

#sonolavoce
Buongiorno cari lettori e care lettrici,                                                                                                           quest' anno impegnativo per tutti sta finendo. Chi più e chi meno ha risentito della pandemia: io ed il mio compagno siamo stati separati al momento del parto (fine marzo) e non ha potuto conoscere sua figlia sino alle nostre dimissioni a causa delle norme anticovid.                                                        Alcuni hanno invece perso il lavoro, ed il tasso dei suicidi è aumentato, così come gli episodi di violenza domestica. Tanti, troppi, hanno avuto la necessità di un ricovero in terapia intensiva, ed un numero impressionante di persone non ne è più uscita, se non in un bara, posta a riposare all'interno di un carro armato. Morire soli... Credo sia questo l'apice della tragedia...                                                   Tanti di noi sono arrivati al capolinea della sopportazione, però AMICI MIEI resistiamo ancora un pochino. I vaccini sono arrivati, ed è un' enorme luce di speranza in fondo al tunnel.

Voi come vi sentite? Come state vivendo la situazione?  Avete già fatto la vostra lista dei buoni propositi? Attendo le vostre risposte per scambiare con voi quattro chiacchere telematiche.

Un forte abbraccio. 

 

Angela De Luca.  

 






lunedì 21 dicembre 2020

Il coraggio delle iraniane

#sonolavoce
Buongiorno cari lettori e care lettrici, 

ieri mi sono cimentata nella mia prima diretta video su Facebook (ho avuto conferma delle mie lacune tecnologiche).                                                                                                                              L'argomento da me trattato era relativo alla ribellione di alcune donne all'imposizione del hijab (obbligatorio in Iran a partire dal 1979 con la rivoluzione iraniana guidata dall'Ayatollah Khomeyni) e delle conseguenze a loro riservate.

Buona visione. 

 cliccate qui per vedere il video



martedì 8 dicembre 2020

La violenza nascosta sugli uomini

#sonolavoce
 

Buongiorno care lettrici e cari lettori,                                                                                                      oggi sono la voce di una violenza subdola e silenziosa, fatta di violenze fisiche e sessuali, vittime e carnefici, una violenza fin troppo derisa e taciuta: quella subita almeno una volta da circa 3 milioni 574 mila uomini .                                                                                                                                                  Proprio loro, quelli che se ricevono uno schiaffo in pubblico da parte di una donna soffrono anche l' umiliazione delle risate. I tanti che si vedono, durante i divorzi, privati del diritto di esercitare a pieno la  genitorialità. dovendosi accontentare di vedere i figli a week-end altrni. I più sfortunati finiscono (letteralmente) in mezzo ad una strada per poter pagare l'assegno di mantenimento all'ex, dopo averle lasciato la casa. Su internet troverete diversi articoli in merito (seppur troppo pochi), ma vorrei condividere con voi un video trovato in rete, che, seppur non parla espressamente di violenza sugli uomini, sensibilizza sulle condizioni della società attuale, ove le aspettative di condotta fanno soffrire entrambi i sessi e forse ci fa comprendere questa indifferenza, di cui anche noi siamo complici inconsapevoli.                                                                                                                                                   

Buona visione.


 


 

Angela De Luca.

fonte 1

mercoledì 25 novembre 2020

La stampa contro le donne.

#sonolavoce

Care lettrici e cari lettori, oggi 25 novembre, già in molti parleranno della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, io mi limiterò a mostrarvi che la strada da percorrere è ancora lunga. Vi posto alcuni titoli denigratori ed in ultimo l'estratto di un post scritto da un poliziotto. La strada è ancora tanto lunga, ma ognuno di noi DEVE contribuire, non solo oggi, non solo l'8 marzo, ma SEMPRE.




















venerdì 6 novembre 2020

Il dramma dei figli di nessuno

#sonolavoce

Fra i tanti drammi non possiamo non ricordare anche quelli di chi, pur avendo portato avanti una gravidanza ed essendo stata un tutt' uno con la propria creatura, al momento del parto non riesce a coltivare quel legame e sceglie di dare al proprio bimbo una seconda possibilità.                                      La maggior parte opta per l'anonimato e sul certificato di nascita verrà scritto "nato da donna che non acconsente ad essere nominata"; entrambi saranno da quel momento in poi tutelati dalla legge (seppur il figlio avrà accesso alle proprie origini al compimento del centesimo anno salvo ripensamento di lei) e inizierà l'iter per l'adozione del minore. Alcune magari si accorgono pochi mesi dopo di non essere in grado di crescere quella personcina che probabilmente tanto amano ed allora decidono di abbandonare il proprio neonato o neonata in una culla per la vita presente in molte città, in genere in adiacenza agli ospedali. La culla per la vita non è null'altro che una culla termica collegata con il pronto intervento, dove la privacy di chi deposita il lattante è innanzitutto garantita, ma anche la sopravvivenza del neonato il quale avrà nell'immediatezza le migliori cure.



Tuttavia esiste anche una minoranza di "donne" che li tratta come spazzatura gettandoli nei rifiuti, li abbandona in mezzo ad una strada o li getta dai balconi (vedi il recente caso di Trapani). Vuoi il retaggio culturale che in alcune zone tratta le ragazze madri al pari delle prostitute, vuoi la non conoscenza di diversi sistemi di tutela per le puerpere, ogni anno accadono molteplici infanticidi, ed in ogni crimine verso un bambino dobbiamo sentirci tutti colpevoli.                                                               Colpevoli quando giudichiamo pesantemente una ragazza che è rimasta incinta giovane, quando la condanniamo senza considerare che i figli si fanno in due, quando educhiamo con valori diversi figli e figlie. L'educazione sessuale nelle scuole gioca a mio avviso un passo fondamentale nella prevenzione, ma soprattutto quando saremmo in grado di cambiare i nostri comportamenti verso il prossimo e la frase "chissà cosa dice poi la gente" sarà abolita, ,vi assicuro che gli episodi diminuiranno. 

Lasciatemi infine esprimere il mio giudizio: se non possiamo permetterci di condannare chi dà il proprio  figlio in adozione o lo abbandona in un posto sicuro, ammazzare chi hai tenuto in grembo per 9 mesi sapendo che avrebbe tutte le possibilità di crescere in una famiglia che lo amerebbe più di ogni cosa, è da mostri. Non esistono giustificazioni, perchè, se, come prima ho scritto i figli si creano in due, le mani sporche di sangue sono delle madri.

Tornerò sull'argomento.

 

 

 

 

Angela De Luca.



I diritti d'immagine appartengono ai rispettivi propietari.



giovedì 1 ottobre 2020

Mariangela Pira insultata, solo perchè donna.

#sonolavoce






Stamani, aprendo l'ultimo video di Mariangela Pira, nota giornalista di SKYTG24 esperta di economia, sono venuta a conoscenza, tramite il suo racconto, di uno spiacevole episodio accadutole durante una sua diretta su LinkedIn, mentre spiegava un concetto inerente alla sua specializzazione lavorativa, come da sua abitudine. La premessa lascia ben poco spazio all' immaginazione, anche lei è stata oggetto di insulti misogini e sessisti relativi principalmente al suoi capi d'abbigliamento.                                           Ebbene sì, una giornalista del suo calibro non viene apprezzata per quello che comunica, ma viene oltraggiata (da ambedue i sessi) per il suo modo di vestire. Non posso non notare una serie di criticità della nostra società: la prima: si tende ad osservare la professionista di turno (vedi Giovanna Botteri) come un pezzo carne con degli abiti discutibili indosso, siano essi scollati, castigati o fuori moda, poi che dica cose interessanti o meno è secondario.              

La partecipazione di altre signore a questo scempio evince un altro problema: spesso il gentil sesso è portatore di una misoginia a tratti più acerba. Strascici di una società maschlista che ha lasciato in eredità come primi nemici delle donne le donne stesse, ha insegnato a talune a strisciare, talmente tanto da trasformalrle in vipere insignificanti avvelenate da frustrazione ed invidia, verso coloro, che con intelligenza e profesionalità hanno alzato la testa, sopra tutto e tutti. 

L'ignoranza, la superficialità e la cattiveria sono curabili: prendete un bel libro in mano, studiate e viaggiate. Non è mai troppo tardi!



Angela De Luca.



i dirittti d'immagine appartengono ai rispetivi proprtari

giovedì 16 luglio 2020

Qual è il tuo nome

#sonolavoce

-PROFUGO IGNOTO- il cadavere attende il recupero da più di 15 giorni


Qual è il tuo nome?
Dove sei nato? Quando?
Cosa ti faceva così tanta paura da accettare un viaggio lungo anni per compiere l'ultima tappa su un gommone dove non si sa nè quando nè se si arriva all'altra sponda.
Eri una persona buona o cattiva?
Sei stato anche tu torturato, sodomizzato nelle carceri libiche?

Chi ti amava? Eri un papà? Solo un figlio? Un marito?
Chi non avendo più tue notizie spera ancora, invano; senza sapere che il tuo sgardo è vuoto in mezzo ad un mare che sa di dolore, paura e morte?
Chi ti sta lasciando vagare INERME in mezzo al nulla come un cane rognoso?

E quanti altri come te, senza nome e senza volto, cibo per pesci negli abissi...


-ALAN KURDI- profugo siriano, 3 anni.

Guardateli bene questi corpi di uomini, donne, bambine/i e creature mai nate.
Guardateli razzisti di merda, che gioite davanti a tutto questo abominio, MERDE!





Angela De Luca
 








i diritti d'immagine appartengono ai rispettivi proprietari.

martedì 14 luglio 2020

Appelo urgente, non solo Floyd.

#sonolavoce






Iran luglio 2020,
Saeed Tamjidi, Amir Hossein Moradi, Mohammad Rajabi, tre giovani studenti arrestati nel 2019 per essersi uniti in una protesta contro la dittatura religiosa sono stati condannati a morte.

Hanno combattuto per ottenere dei diritti, diritti umani, universali, ma non applicati in quella meravigliosa terra che la religione più succuba e propagantistica ha trasformato in suolo di dolore.
Arrestano, uccidono, torturano chiunque tenti di rivoluzionare il sistema.
Abbiamo protestato, distrutto, urlato contro l'uccisone di George Floyd.
Loro non sono diversi!

Facciamoli conoscere, lo dobbiamo ad ogni donna e uomo che in Iran non vivono, ma sopravviono alla Shari'a.
Manca poco, ma siamo ancora in tempo.


Angela De Luca.












I diritti d'immagine appartengono ai rispettivi propietari.




sabato 11 luglio 2020

Sessista e razzista, calciatore sospeso dopo 5 mesi

#sonolavoce



“C’è una nera di merda che pensa di avere dei diritti. Donna e diritti non dovrebbero stare nella stessa frase, in più nera, Orango. You are black, negra di merda. Baciami il cazzo, puttana!. Troia, lavami i pavimenti"


Complimenti! Riuscire ad essere vergognosamente razzisti e sessisti in un' unica frase non è da tutti.
Tralasciamo i tuoi complessi e problemi vari, poichè, giustamente solo un esperto del settore potrebbe esprimere giudizio, tralasciamo pure il fatto che non hai nemmero rispetto per tua mamma, immaginandone la vergogna e la delusione che la pervade in questo momento, ma esattamente qual è il motivo di tanta cattiveria? Perchè hai avuto un sinistro stradale e la signora ti ha denunciato per falsa testimonianza? Povero piccolo, non sapevi che la legge andasse rispettata.
Sai, in fondo mi fai tanta tanta pena: per essere così giovane e cattivo devi essere tanto tanto infelice. 

Alla pari dell'ometto risentito nominiamo anche la sua squadra presso la quale giocava la: "Monregale Calcio" che ci ha impegnato appena 5 mesi a sospenderlo, solamente perchè le polemiche sul fattaccio sono ritornate in auge.

Infine a mio giudizio personale i pavimenti dovresti lavarli te, ma con la lingua, che magari ti si secca e cade. Non sarebbe una grande perdita.



Angela De Luca.     

  
i diritti d'immagine appartengono ai rispettivi propietari

venerdì 26 giugno 2020

venerdì 5 giugno 2020

OGGI CON VOI

#sonolavoce

Cari lettori e care lettrici,
oggi volevo parlare con voi di pittura.

Qual è il vostro quadro e/o pittore preferito?

Io faccio veramnete fatica a sceglierne uno: amo molto Degas, Monet e Manet, Van Gogh, ma non mi dispiace nemmeno Shiele, però tra quelli in vita sicuramente uno dei miei preferiti è Jack Vettriano, in particolare: "Dance me to the end of love" e "The singing butler"!

Di quest'ultima vi ripropongo la rappresentazione che ho trovato su Youtube: sempliemente MAGNIFICA!!!




Ed a voi? Cosa vi fa emozionare? Fatemelo sapere.
Un abbraccio.

Angela De Luca.

La crudeltà torna sempre indietro, spero.

#sonolavoce





Guardateli bene, guardate quel cucciolo che non vedrà mai la luce e vergognatevi, bastardi.

Look at them well, look at that puppy who will never see the light and be ashamed, bastards.

Regardez-les bien, regardez ce chiot qui ne verra jamais la lumière et n'aura pas honte,salauds.

それらをよく見て、光を見ない子犬を見て恥じて! ろくでなし





Angela De Luca.







lunedì 25 maggio 2020

Il lato oscuro della Cina

#sonolavoce


Buongiorno cari lettori e care lettrici.

Ecco a voi il mio primo (e timido) video sul canale youtube "sonolavoce".

Attendo con gioia la vostra opinione.
Buona visione.







mercoledì 20 maggio 2020

Aggiornamenti e novità

#sonolavoce


Cari lettori e lettrici come state?
Come potete vedere ho modificato lo stile del mio blog, spero vi piaccia.

Volevo informarvi che a breve mi avventurerò a girare qualche video per SONO LA VOCE su Youtube.
Appena completato gli ultimi lavori inserirò il link del mio account qui sul blog.

Per oggi suggerimento, idea o critica, è graditissimo un vostro commento.

Grazie!

Vostra Angela De Luca.






lunedì 18 maggio 2020

Madri Afghane

#sonolavoce


Immaginatevi di vivere così: in uno Stato dove non siete mai state istruite perchè bambine, con il 60 percento di possibilità che veniate date in sposa in tenera età, ad un uomo molto più vecchio, che vi farà schifo e che sicuramente vi picchierà ed abuserà di voi.
Dovete uscire di casa per svolgere le faccende, è una giornata incredibilmente calda, il sole spacca le pietre, ma voi il mondo lo vedete attraverso una gabbia blu.
Il tutto condito da una guerra che perdura dal 2001. 

BENVENUTI IN AFGHANISTAN


ecco come si vede il mondo attraverso il Burqua.

Ora immaginatevi in queste condizioni nel momento più importante e duro della vostra vita: state per dare alla luce vostra figlia, o figlio.
Soffrite per le doglie, siete sole, in un paese misogino dove nemmeno le condizioni ospedaliere sono le migliori. State spingendo; quando all' improvviso sentite dei colpi, ma non fate in tempo a realizzare: è tutto finito, voi siete morte ed il vostro bambino che era così vicino alla vita resterà per sempre nel buio di un proiettile.
Un gruppo di terroristi hanno attaccato il reparto di maternità, miravano alle donne, 24 persone sono morte, fra queste anche due neonati...

Durante la strage una donna è riuscita a partorire; madre e figlio stanno bene.
Ma quale vita li aspetta? Cosa diventerà lui? Cosa subirà ancora lei?

Angela De Luca.



martedì 12 maggio 2020

Silvia Romano bentornata! Ma quanto odio!

#sonolavoce

Silvia Romano è finalmente libera!
Molti di noi si ricorderanno l'annuncio televisivo del suo rapimento 18 mesi fa, altri nemmeno sapevano della tragedia accadutale, ma ciò che conta è solo una cosa ora: lei si trova fra le braccia della mamma nella sua casa a Milano; LIBERA.

Tuttavia non ho potuto non notare di come l'italiano medio sia caduto ancora più in basso, si sia rivelato infimo e degno solo di strisciare. L'ignoranza e la stupidità non finiranno mai di stupirmi.
La volontaria è stata sommersa da scritte d'odio sui social, le sono state vomitate addosso tutte le frustrazioni che una mente piccola prova.
Ho letto commenti, molti, del tipo:
-"Se si è sposata allora cos'è tornata in Italia, e per di più ripiena" Notizia ampliamente smentita, ma voi più dei post palesemente fasulli su Facebook non sapete cercare informazioni.
-"Sta troia ci è costata 4 milioni, le piacevano i cazzi negri"
-"Sta puttana si è convertita, ci ha traditi" Ricordo la laicità dello Stato italiano.
-"Solo pagando poteva essere scopata quel cesso"
-"Perchè è andata in quei posti?" Non bisognava aiutarli a casa loro?




Ma cosa ne sapete voi che non avete mai visto più in là del vostro giardino, di quello che ti brucia dentro quando decidi di partire lontano, lasciare ogni confort e di dare il tutto per tutto agli ultimi di questa Terra? Del sorriso di un bambino che ha avuto accesso per la prima volta dopo giorni a del cibo, che vede per la prima volta un giocattolo o delle matite colorate.
Cosa ne volete sapere voi di altruismo ed umanità, voi che odiate incondizionatamente chi apre gli occhi verso altre culture ed altri mondi, non capirete mai l'amore; se notate solo i vestiti di un' italiana che è stata sequestrata per giorni infiniti e non l'abbraccio tra madre e figlia dopo 18 mesi di prigionia, cosa ne sapete voi della vita, piccoli esseri che nulla di buono darete mai a questo mondo, se non il concime che diventerete, ma nel frattempo aprite almeno un libro di grammatica, IDIOTI.



Angela De Luca.

martedì 14 aprile 2020

Partorire in tempo di Coronavirus: il racconto.

#sonolavoce

26 marzo ore 04.20

Finalmente dopo 41 settimane di gestazione è arrivato il momento: si sono rotte le acque.
Un misto tra gioia, agitazione e paura pervade la mia mente. Il parto racchiude in se la fine e l'inizio portando emozioni infinite ed infinitamente contrastanti; Yin e Yang nella rappresenzazione più concreta.
L'avventura è iniziata, ma non sarà come me la sono sempre immaginata.
Sarò sola e non per scelta.
Già da due sttimane io ed il mio compagno siamo stati travolti dalla notizia che il papà non può più nè entrare in sala parto nè far visita in puerperio.
Una violenza imposta, ma sicuramente pensata per tutelare noi degenti ed i neonati.

26 marzo ore 07.20

Giunti in ospedale, mi portano subito in sala monitoraggio, il battito della bimba è perfetto, finito il controllo mi avvisano che a breve sarò ricoverata.
Attendo la sistemazione con il mio compagno che mi sta aspettando con le valige fuori dalla porta del pronto soccorso ostetrico e ci abbracciamo, a lungo.
Poco dopo mi vengono a prendere per portarmi in reparto, lo saluto: "ci vediamo fra 3 giorni, se tutto va bene".
 Mi indicano il mio letto e la mia stanza, dove trovo altre 5 mamme, le distanze sono nettamente inferiori al metro e all'ora di pranzo ci sediamo intorno all' unico tavolo disponibile strette strette per degustare il nostro pasto.

26 marzo ore 13.30

Arriva un'infermiera e ci sottopone ai tamponi per il Coronavirus; i risultati sarebbero arrivati l'indomani, ed in attesa ognuna del proprio destino continuiamo a rimanere nelle stesse condizioni di vicinanza.
Finalmente inizio ad avere le contrazioni e con me anche la mia vicina di letto.
E con i dolori inizia il nostro piccolo calvario: siamo lasciate ai nostri dolori, difatti da quando entrambe siamo arrivate nessuno più ci ha visitate.
Passa il tempo ed aumentano le contrazioni quando il vagito di un bambino venuto al mondo mi lascia sbalordita, com'era possibile che un bimbo è nato in quel posto inadatto e non in una sala parto? Un'altra compagna di stanza, purtroppo ricoverata da giorni e giorni, ci racconta che non è il primo caso ed io ho paura non sarà nemmeno l'ultimo.

26 marzo ore 18.00

I dolori miei e della mia vicina si fanno sentire con prepotenza, allora dandoci man forte decidiamo di chiedere un controllo.
Arriva la dottoressa,ma  secondo lei la nostra espressione era al quanto "serena" per essere prossime alla fase espulsiva o comunque ad una fase più importante della dilatazione, ma ci concede comunque la possibilità di essere visitate.
Io devo ancora aspettare a lungo, la mia ormai diventata amica, invece viene trasportata celermente su una sedia a rotelle, sua figlia è quasi fuori.
Praticamente se non avesse chiesto alla dotoressa di svolgere il proprio lavoro avrebbe partorito a pochi cm da me, ma se il feto fosse stato in sofferenza?

26 marzo ore 22.50

FINALMENTE raggiungo una dilatazione importante e  vengo trasportata in sala parto dove chiedo subito di poter usufruire della partoanalgesia.

 26 marzo ore 00.30
Appena gli anestesisti risultano per me disponibili, inizia il complicato momento dell'inserimento della canula.
Ho dovuto SUBIRE lo stesso 3 volte, le prime due da un'allieva (presumo) che per un motivo o l'altro non aveva fatto bene l'opera, la terza finalmente il professore si decide che FORSE era il caso di procedere con le sue mani.

27 marzo ore 01.30

La peridurale fa effetto circa dopo 10 minuti (notate il tempo trascorso)  prendo sonno e mi riposo. Comincio a sentirmi veramente sola, fragile ed incazzata. La mia bambina nascerà ed ho tanto bisogno di Fabio che mi stringa la mano, che mi accarezzi e mi dia coraggio. La videochiamata non basta più, piango, mi sfogo, ma devo farmi forza; la nascita della mia principessa deve essere un momento di festa e gioia, e fanculo a tutto, fanculo a sto Coronavirus, la vita sta per vincere ed io con lei.

27 marzo verso le 03.00

"Ho bisogno di spingere" urlo all'ostetrica, mi visita al volo e vedendo la mia faccia presa dal panico cerca di calmarmi. Chiama le sue colleghe a darle manforte e mi avvisa che vede la testa e di spingere appena ne avessi sentito il bisogno.
Una sua collega mi sorride e mi stringe la mano; quell'atto di umanità arriva al momento giusto e mi da la carica, inizio a spingere e gridare: la prima spinta, poi la seconda, ed alla terza mi avvisano che se avessi continuatò così alla prossima LEI sarebbe stata qui.
Quarta spinta, la sento uscire, la sento nascere, la sento piangere, la sento...
Me l'apoggiano sul seno, cuore contro cuore, l'ostetrica tanto gentile videochiama Fabio.
Siamo felici e provati entrambi; anche se non è così che doveva andare, anche se ci mancherà sempre quel momento, lei ora è qui e nulla ha più importanza ormai. La vita ha fatto homerun.
Dopo due ore ci separano, lei la portano al nido per sistemarla e visitarla (avrebbe dovuto esserci il papà al primo bagnetto) io rimango in sala parto da sola fino alle 11.30 poichè l'esito del mio tampone non è ancora stato spedito e per sicurezza mi tengono separata dalla mia creatura, dopo averci passato insieme due ore, fiato contro fiato, coccolandola e baciandola. Inizio a sentirmi presa in giro.  
Esito negativo, ci riuniscono.

In stanza questa volta siamo in 3 e tutte e tre certificate negative, ma tutte e 3 ricoverate durante il preparto nelle medesime condizioni, ma per enorme fortuna sane.
Verso sera un'infermiera in maniera arrogante ci rimprovera poichè non allattiamo con le mascherine, perchè possiamo potenzialmente passare ai nostri angeli il virus. Ma siamo o no negative?
Mi sento INFINITAMENTE presa per il culo


29 marzo ore 18.00
Finalmente ci dimettono, il papà vede per la prima volta la sua bambina. Tutto passae la nostra vita insieme ha finalmente inizio.



Benvenuta al mondo amore mio, un giorno ti racconterò tutto questo, ma ora continua a fare le nanne, la mamma ed il papà son qui con te.


      

Angela De Luca.



venerdì 6 marzo 2020

OGGI CON VOI

#sonolavoce

8 marzo.
La giornata delle mimose si avvicina e sono curiosa di sapere come la passerete.

 
Personalmente non la celebro poichè ritengo sia il triste ricordo di una tragedia non solo passata, ma sotto moltissimi punti di vista, attuale.
Non voglio omaggi floreali perché le mimose non servono ad un cazzo fino a quando in tribunale chiederanno “Com’eri vestita quando ti hanno stuprata?”.
Non farò nulla di particolare, pensando a quante donne usciranno "in licenza" solo l’otto sera con le amiche...Il resto dell'anno? DEVONO stare in cucina, a casa, facendo le buone mogli e possibilmente senza stressare il marito con pretese assurde quali la libertà, ad esempio.
Non festeggio e non festeggerò fino a quando le infibulazioni, le violazioni, la sottomissione ed ogni barbarica situazione farà parte della normalità per qualcuna.

E voi? Che farete? Cosa ne pensate?


8 Marzo


Angela De Luca.


domenica 9 febbraio 2020

Anche noi. 10 febbraio, giornata del ricordo.

#sonolavoce

Norma Cossetto (1920-1943)

Norma Cossetto nacque a Visinadia (Istria) nel 1920 e morì il 4 o 5 ottobre del 1943, a soli 23 anni. 
Morì come tante e tanti italiani gettati come spazzatura in una gola profonda, LA FOIBA.
Morì dopo aver subito quello che spesso accade alle vittime di genere femminile, di tutto il mondo, di tutte le guerre, tragedie, Shoah compresa. 
Vittime spesso anche in età puerile o poco più.
Lei aveva solo 23 anni. 
Il 9 settembre del 1943 fu arrestata e condotta insieme ad altri prigionieri nell' ex caserma della Guardia di Finanza  di Parenzo. 
Pochi giorni dopo i detenuti vennero trasferiti nella scuola di Antignana. Lì Norma fu presa e separata dal gruppo, chiusa in una stanza dove le legarono mani e piedi ad un tavolo.Fu STUPRATA  ripetutamente, quel giorno e tutti i seguenti.  
Queste le parole poi riferite alla sorella Licia: "Signorina non le dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi  lamenti invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch'io".








Resti di persone infoibate
La notte fra il 4 ed il 5 ottobre del '43 tutti i prigionieri furono legati con fil di ferro, condotti presso Villa Surani, e scaraventati nelle foibe. I PARTIGIANI lasciarono per ultime Norma ed altre due donne, le stuprarono nuovamente prima di infoibarle.
Norma fu scagliata nel baratro carsico per ultima. 

La sorella la trovò così: mani legate dietro la schiena, golfino aperto sui seni, i vestiti tirati sopra l'addome ed un oggetto di legno appuntito conficcato nei genitali.









lunedì 27 gennaio 2020

Veronica ed Andrea una storia d'umanità fra i posti di lavoro.

#sonolavoce


(Foto di Veronica Daria Pietropaolo)
Cari lettori e care lettrici, oggi SONO LA VOCE non di un'ingiustizia, di una protesta, di una negatività, ma con mia enorme gioia SONO LA VOCE di Veronica Daria Pietropaolo, protagonista di una storia che porta ad avere ancora speranza e fiducia nella nostra problematica società.
Veronica lavora presso l'azienda  SUNCLEAR ITALIA precisamente nella filiale di Casorezzo (MI), dove insieme ad altri due colleghi si occupa di vendita diretta al cliente.
Qual è quindi il motivo che si cela dietro quest' articolo? La ragione ha  nove mesi e mezzo e si chiama Andrea...
Ma partiamo dal principio: siamo nel 2017, Veronica ha un lavoro stancante e mal pagato che non la soddisfa molto, decide quindi di sostenere un colloquio presso, appunto, la SUNCLEAR ITALIA. Arriviamo cosi al 21 gennaio 2018, assunta a tempo determinata, Veronica inizia il suo nuovo lavoro;  un cambio in positivo rispetto a quella routine che ormai non la soddisfava più.  Ogni giorno fino a giugno si reca in ufficio, si impegna dando sempre il meglio di sé,  svolge i suoi compiti talmente bene che le rinnovano il contratto per altri sei mesi.
Passa un mese, siamo a Luglio ed arriva una grande ed enorme gioia: Veronica scopre di non essere più sola, una piccola vita sta crescendo dentro di lei; una gravidanza arcobaleno dopo due bimbi persi,  che lascia però spazio alla preoccupazione, lei dopo tutto è a tempo determinato e viviamo in un Paese dove è tristemente comune leggere di donne licenziate perché future mamme oppure assunte facendo firmare loro un foglio bianco.
Dopo un'attenta riflessione sul da farsi decide di aspettare la fine del primo trimestre per comunicare al responsabile il lieto evento, sapendo che purtroppo aveva tutte le carte in regola per ricevere un calcio nel sedere e rimanere a casa a causa della gravidanza.
Arriva il giorno tanto temuto, esattamente il  17 settembre 2018; è il suo genetliaco quando decide di compiere quel passo e con l'ecografia in mano incomincia ad incamminarsi verso la porta che la separava dall' incerto, dal dubbio e dalla paura; bussa, entra, chiede di poter parlare con lui, Andrea Sironi, IL capo. La nostra Veronica fa un bel respiro ed incomincia il discorso: " Devo dirti una cosa importante che potrebbe cambiare l'opinione che hai su di me: ho fatto una visita ed ho una notizia..." lui commosso anche alla vista del piccolo foglietto in bianco e nero risponde "ho già capito, fatti abbracciare e stai tranquilla, noi teniamo alla famiglia e siamo un'azienda con dei valori".
Esce più serena dall'ufficio e nei giorni a seguire tutto prosegue per il meglio.
Ad inizio novembre arriva il boss francese, colui che sta al di sopra di tutti e la nostra gestante viene chiamata in ufficio, sul tavolo si trova due fogli identici da firmare, li guarda e li riguarda incredula e con le lacrime agli occhi, soprattutto quella scritta: contratto a tempo INDETERMINATO e come regalo per il lieto evento le viene donata una gift card da 800 euro da spendere alla Prenatal.
 Ad Aprile 2019 è nato Andrea e dopo essersi goduta la maternità al compimento del settimo mese del piccolo è rientrata al lavoro con orario ridotto per l'allattamento e l’opportunità di svolgere una mansione di maggior responsabilità.

"Loro sono fantastici si lavora si ride si scherza, io non vado al lavoro ogni mattina vado in un posto che mi sembra casa, sai è come il detto: se fai ciò che ti piace non lavorerai mai un giorno nella tua vita." e con queste parole di Veronica aggiungo i miei grazie come donna alla "SUNCLEAR ITALIA" ed in particolare ad Andrea Sironi, grazie per non essersene lavato le mani, grazie per aver tutelato uno dei momenti più magici di una donna, grazie per aver dato ad Andrea un futuro più sereno. In questo mondo buio Lei è stata una forte luce.


Angela De Luca.



















domenica 5 gennaio 2020

Lettera aperta a Pietro Valent sindaco di San Daniele del Friuli.

#sonolavoce


Anno nuovo, solita ignoranza.
Oggi ci troviamo nelle terre del Friuli, precisamente nel Comune di San Daniele.
Paese famoso per i maiali dai quali viene prodotto il buonissimo prosciutto, mentre con altri porci non si ricava nulla, ma questa è un'altra storia.
LA VOCE  parlerà, anzi urlerà sullo squallido commento di un consigliere comunale < profilo pubblico>.
“[...]In poche parole se l’è cercata[...]” riferendosi alla violenza sessuale subita da una donna udinese a Capodanno.


Tralasciando il commento sgradevole, misogino e imbecille (il commento), pensavo fosse ormai inutile sottolineare che la colpa è SEMPRE di chi commette violenza, non della vittima; tuttavia visto la presenza di tante teste particolari, ricordiamolo, anzi, ricordiamoglielo.

 Nella fattispecie vorrei farvi soffermare e disgustarci assieme sulla pezza utilizzata a seguito dell'enunciato (ribadito con assoluta fermezza sulla pagina Facebook "Sei di San Daniele se...") 




e sulla mastodontica presa per il culo dello stesso, che ieri ha pubblicato un post nel quale esprime la SUA più profonda SOLIDARIETÀ per l’accaduto.
E fin qui voi pensereste che si è messo un po' di cenere in fronte forse ha capito lo sbaglio, ha fatto il classico messaggio d’obbligo dopo la stronzata scritta ed è finita lì. 
E invece no!!! 
Perché sotto lo stesso post di sostegno alla vittima ecco che si rivela di nuovo per la persona che è: “ma la volontà di libertà, a tutti i costi, porta spesso a seguirne le conseguenze”.





Mie care donne e ragazze, rimettiamoci ai fornelli senza uscire mai di casa, che si sa, oggi si viene stuprate per la voglia di libertà a tutti i costi, ed è pure colpa nostra.

Egregio Pietro Valent, ora parlo a Lei, già dissociatosi dalle parole del consigliere comunale.
Mi rivolgo a Lei che da SINDACO padre, da marito, da uomo sta volta non Le basta un semplice "mi dissocio", non più. Mi pronuncio a Lei da donna stufa di dover ancora lottare socialmente per i propri diritti, anche quello di fare un foto, da madre di una bambina che mi auguro vivrà in un mondo diverso, anche grazie alle Sue azioni. 

Al è lari tant cui ch’al rube, che cui ch’al ten il sac.

Angela De Luca.