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Audio "Lettera aperta al mio compagno ed a qualsiasi uomo"

martedì 10 dicembre 2019

OGGI CON VOI

#sonolavoce





Buongiorno cari lettori e care lettrici.
Eccoci giunti al secondo numero della mia rubrica "OGGI CON VOI". Il tema odierno è:


Parità ed/o uguaglianza tra uomo e donna?
Vi espongo la mia tesi: come ben sapete tramite i miei articoli sono un' accanita sostenitrice della parità fra i sessi. (In teoria dovremmo esserlo tutti; anzi in realtà è ancora triste nel 2019 dover soffermarsi a specificare le suddette affermazioni).
La costituzione italiana infatti mette questo principio fra quelli fondamentali: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [...]E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Certo tutto questo seppur scritto su carta a livello sociale non è applicabile, ci troviamo ancora in una nazione con forte acredine maschilista dove in un abbondante numero di casi si ha ancora la visione di donna=oggetto sessuale, ma questo è un discorso che non voglio approfondire in quanto la domanda del titolo è diversa.
Partendo dunque dal presupposto che siamo ancora in lotta per la parità, il termine uguaglianza ci viene davvero in soccorso?
Personalmente quando sento questa parola storco un po' il naso. Fra maschio e femmina esiste una diversità che fa si che le une si distinguano dagli altri.
Siamo completamente differenti dal punto di vista biologico e psicologico, io non mi identifico e non voglio identificarmi nel mio compagno, siamo due nature opposte e per questo apprezziamo molto le nostre caratteristiche di genere.
In modo particolare in questo momento bellissimo della nostra vita in cui porto in grembo una splendida creatura io ho bisogno di lui della sua forza della sua virilità di lasciarmi andare e magari anche sentirmi protetta, di poter pensare solo a me ed al cuoricino che mi batte nel ventre di seguire la mia naturale biologia che in questo periodo è cambiata ed è più lenta. Ho bisogno di sentirmi donna con un uomo vicino.
Adoro la nostra complementarietà, ma non saremo mai uguali.



E voi cosa ne pensate?
Fatemelo sapere nei commenti!

















Angela De Luca.

giovedì 31 ottobre 2019

A Zeus, che si sarebbe meritato il lieto fine.

#sonolavoce



Chissà a cosa pensavi in quel momento, a quando dei balordi hanno strappato con forza la tua mamma dall'auto e l'hanno rubata con te dentro, probabilmente non capivi ancora cosa stava accadendo.
Mi chiedo se avevi paura, quando diventato un impiccio, ti hanno abbandonato in mezzo alla campagna senza darti qualche possibilità in più di sopravvivere, invece magari di lasciarti legato vicino a qualche negozio; magari in un angolino con il tuo trasportino ben visibile agli occhi dei passanti.
Qual era l'odore di casa che cercavi? Di cosa sapeva il luogo a cui appartenevi?
Sai Zeus, mentre guardo negli occhi il mio cane, che tanto ti assomiglia: macchiette su musetto e zampe, un bel manto più scuro del tuo, penso al dolore inimmaginabile che sta provando ora chi ti vuole bene e tanto ti ha amato.
Sono sicura, però, che la forza di correre e combattere lo spaventoso dramma in cui ti sei trovato te l'ha data proprio la tua famiglia, e sono convinta che quando il treno ti ha investito sei morto in pace, con loro negli occhi e nel cuore.
Buon ponte cucciolo.
                                                                                         
  Qui potete trovare La storia di Zeus












Angela De Luca.





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martedì 22 ottobre 2019

PER OGNI DONNA STUPRATA E OFFESA SIAMO TUTTE PARTE LESA!

#sonolavoce





Posillipo: giornata di sole, mare e divertimento. 
Una giornata estiva normale, come tante: quattro ragazzi ed una ragazza, (amica di uno di loro) si recano a Marechiaro, una piccola borgata marina, per divertirsi e passare del tempo all'aperto.
Ad un certo punto il conoscente della ragazza si allontana, ma rimane comunque un momento normalissimo, si parla, si ride e si stupra.
Si stupra in branco quella ragazzina, rimasta sola, tremante in balia di sconosciuti, ma lei non si arrende alla paura, alla forza dei tre, si divincola, combatte, lotta, ma loro, lui, non molla. L'ha presa, è sua e spinge dentro, con inaudita violenza recandole abrasioni interne, graffi sul volto ed escoriazioni su tutto il corpo causati dallo schiacciamento contro gli scogli, perché che diamine, una ragazza che viene stuprata, viscidamente palpeggiata, mercificata, dovrebbe rimanere ferma. Tanto cosa sarà mai uno stupro?






Invece non si è calmata ed ha avuto bisogno delle cure del pronto soccorso, dove infermieri e medici l'hanno accolta ed accudita, rilasciandole il verbale dove si confermava l'abuso avvenuto. 
Torna a casa, probabilmente piangendo, urlando, disperandosi, ma non si ferma, lei ha il diritto alla giustizia ed i giudici hanno il dovere di dargliela. 
Il giorno dopo raccoglie i pezzi di se stessa ed inizia a ricercare il branco su Facebook, li trova tutti. Nonostante le minacce subite da questi ultimi, racconta tutto alla mamma e si reca a fare denuncia.
Inizia il processo.
Ai mostri viene assegnata una modalità di punizione alquanto patetica; la così detta: "messa alla prova". (Un istituto che consente di cancellare ogni traccia del reato commesso in cambio di una sorta di buona condotta rigorosamente a piede libero.
Alle fecce vengono quindi affidate attività di volontariato e lavoro. 
Voi penserete in qualche centro anti-violenza o qualcosa di inerente al crimine da loro commesso, ma signori miei siamo pur sempre in Italia, al branco viene invece insegnata l'arte della pizza, attività svolta da loro per tre volte a settimana.
Passa un anno e mezzo dalla prima udienza, inizia un nuovo dibattimento: l'ultimo.
Il Tribunale dei Minori, valutata la capacità lavorativa dei tre pizzaioli, ha cancellato agli atti la violenza sessuale subita dalla minorenne, eliminando il caso anche dagli archivi dei carichi pendenti di due dei tre imputati, tanto da restituire agli autori dello stupro uno status penale immacolato.
Caro magistrato, lo stupro non è più un reato contro la morale pubblica, ma contro la persona da qualche decennio. Nel 2019 non bastano margherite e capricciose, né per riabilitare i rei, né per rendere giustizia alla vittima.  

Anche se forse le vittime siete proprio voi, vittime di una disabilità mentale e di animo infimo, vittime di sporcare questo mondo, rendendolo un posto peggiore, tanto il branco quanto il giudice. Siete vittime di un destino che con voi è stato ancora meno clemente. Il male torna sempre indietro e per voi non è finita.


  
















Angela De Luca


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mercoledì 9 ottobre 2019

Vajont, quelli del dopo

#sonolavoce





[...]Quella sera in casa dello scalpellino per cena ci fu un unico piatto a base di riso e conserva. Mentre mangiavano, la figlia raccontò alla mamma che finalmente la parrucchiera di Longarone l'aveva notata e le aveva promesso che durante le vacanze l'avrebbe presa con sé a bottega come apprendista. E concluse entusiasta: «Vedrai mamma, quando avrò imparato bene il mestiere ti farò diventare la donna più bella del paese!» Dopo cena i ragazzi si ritirarono nelle loro stanze; i genitori restarono in cucina accanto al fuoco. Parlarono del futuro cercando di immaginare anche quello dei figli e dai loro discorsi trapelavano fiducia e speranza. Verso le dieci si coricarono. Alle undici meno un quarto ci fu l'immenso boato. Vorrei convincermi che se ne andarono nel sonno, senza accorgersi che la morte era venuta a prenderli. Un pomeriggio, molti anni dopo, il vecchio Fin, tenuto in piedi dalla speranza di trovare la fede nuziale di sua moglie, risalì le rive martoriate di quella che era stata una delle dighe più alte del mondo. Teneva in mano una bambola senza braccia. Lui, che non aveva avuto figli, si era affezionato ai bambini della radura, poiché viveva in una baita vicino a loro. Nella sua quieta follia assicurava che quel giocattolo mutilato era appartenuto alla figlia dello scalpellino e sorretto da quella certezza la depose come una reliquia sui resti della casa dove aveva vissuto la bambina. Da quella sera lontana molti anni sono trascorsi, come vuole l'inesorabile cammino del tempo. Il vento del passato ha smussato gli spigoli taglienti a quei giorni tragici e impressionanti. La rassegnazione pulisce il dolore rendendolo levigato ed essenziale come un ciottolo di torrente. Solo ogni tanto esso torna a cercarci scostando per un attimo il velo dell'oblio. Ma poiché ricordare è un riflesso istintivo, da tutti quei morti emergono i volti dei bambini scomparsi nell'acqua del Vajont. E la tristezza, nel suo perenne girotondo attorno ai fatti della sera maledetta, passa a visitarci portando con sé il sorriso di quei bambini e il ricordo della loro ultima estate

Estrapolato da "IL VOLO DELLA MARTORA", MAURO CORONA.



Vittime dell'avidità e di una società che pensa sempre più al vil denaro a discapito delle vite,
morti per non insegnare nulla, purtroppo la storia continua ad essere un eterno ritorno.




Angela De Luca
I diritti d'immagine appartengono ai rispettivi proprietari

sabato 21 settembre 2019

Emergenza violenza animali

#sonolavoce









Non può esistere perdono verso chi compie atrocità simili: chiunque prende un animale indifeso a badilate in testa, lega le zampe e lo cosparge di benzina merita IL CARCERE.
In Italia non è il primo caso (Angelo docet) e non sarà l'ultimo.
Chiedo URGENTEMENTE allle istituzioni ed a chi di dovere di agire immediatamente con pene esemplari #giustiziaperruth.



                                                               BUON PONTE RUTH 






Angela De Luca.


domenica 15 settembre 2019

ASSENZA E PRESENZA

#sonolavoce

Cari lettori e care lettrici, come avrete notato da circa due mesi non pubblico più nulla, la mia passione ovviamente non è scemàta, però ho trascorso tutto questo periodo a letto travolta da forti nausee, interminabili mal di testa e fastidi di ogni genere. 
Nulla di preoccupante soltanto...






Ero sola,
ora non più,
all'improvviso arrivasti tu,
in un pomeriggio di Sole 
fra rose e viole.
Ero sola, ma ora non più. 
nel mio grembo c'è un battito in più.  







Angela De Luca.


venerdì 19 luglio 2019

OGGI CON VOI

#sonolavoce



Buongiorno cari lettori e lettrici, 
Stamani mi è balzata alla mente quest' idea (speriamo sia da voi gradita) per portare un po' di aria nuova al blog: oggi voglio essere la VOCE di me stessa, ed ascoltare le vostre, di VOCI.

Ho deciso quindi di iniziare questa piccola rubrica ed affrontare con voi varie tematiche, dalle più profonde, classiche, filosofiche a quelle più leggere e goliardiche.

Aspetto quindi di leggere  le vostre opinioni, confrontarci, scambiarci pareri e se saremo fortunati, imparare qualcosa di nuovo.

Il tema per questo primo appuntamento è:

Il libro (o i libri) che più vi ha colpito e perché.

Incomincio io:

-Il Piccolo Principe.
fa parte dei primi libri che lessi da bambina e che mi colpii profondamente.
In un' analisi successiva e più matura, avvenuta un paio di riletture più tardi, la questione che mi sorprese e mi sorprende tutt'ora di questo capolavoro è che il significato delle parole cambiano, cambiano continuamente ogni volta che lo si ripesca e sfoglia; l'esperienza, l'età, i sentimenti che si provano in quel momento fanno avere nuovo significato alle parole di 
Antoine de Saint-Exupéry, creando quasi nuovi racconti e nuove esperienze del piccolo viaggiatore.
Un libro per bambini, per grandi, per la vita, e se letto con cura, una panacea per tutta la vita.






Ne ho ancora altri nel cuore che mi sono rimasti particolarmente impressi nell'animo e che magari scriverò in un altro momento, ma ora raccontatemi di voi.

A presto!


Angela De Luca







i diritti delle immagini appartengo ai rispettivi proprietari

lunedì 24 giugno 2019

#sonolavoce


Ci risiamo, nuovo solstizio,stessa tragedia,stesse sofferenze, nuove vittime.
Yulin è tornato, il festival della carne di cane è ricominicato.








Cani randagi e di famiglia (tanti di loro infatti hanno ancora indosso il collare) vengono rubati con violenza ed in seguito ammassati  20, 30 alla volta in piccole gabbiette, musi legati con delle corde per evitare che si azzannino tra loro, dove inevitabilmente si feriscono e lasciati in balia di se stessi, fino al momento vero e proprio dell' orrore.




Gli animali giungono, dopo un lungo viaggio (qualcuno per fortuna muore prima) alle macellerie che presenzieranno al Festival, e da qui in poi, a chi non viene salvato dai vari volontari APA ed altri angeli si augura una morte il più veloce possibile.


Primo atto: i cani vengono scelti dai clienti e bastonati affinché la loro carne rimanga tenera.






Secondo atto: i cani dopo i colpi subiti vengono scuoiati e bolliti ancora vivi, perché sempre secondo la tradizione popolare le carni sono più morbide 




Atto terzo:


















Per fortuna ogni anno tantissimi volontari si recano al festival e cercano di salvarne i più possibili, portandoli in strutture protette dove ricevono ogni genere di soccorso ed aiuto, alcuni non sopravviveranno, altri aspettano una famiglia. 
Magari aspettano te.

La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” (M. Gandhi)

Angela De Luca.






domenica 26 maggio 2019

Il dolce soffio del vento tra i capelli

#sonolavoce






آزادی یواشکی زنان در ایرانMy Stealthy Freedom

Oggi vi voglio far conoscere loro: fantastiche ragazze e donne che combattono ogni giorno, rischiando di essere arrestate, picchiate, insultate, sfigurate con l'acido, per la sola accusa di
voler essere libere, di ripudiare quel regime che le costringe ad essere inferiori, nullificate, quell' involuzione che le ha obbligate a coprirsi i capelli, che giustifica un qualsiasi uomo ad agire anche in maniera violenta contro quella donna che commette haram lasciando che la chioma venga baciata dalla luce del Sole.






Angela De Luca

martedì 21 maggio 2019

D'Uva (5 stelle) "grande" uomo che insegna alle donne ad usare coppette ed assorbenti lavabili

#sonolavoce






L'apoteosi dell'ignoranza mista al maschilismo ed arroganza? Signori e signore ha un nome ed un cognome, Francesco D'Uva (capogruppo M5S camera dei deputati)

O forse mi sbaglio io? D'Uva forse è dotato di straordinari super poteri e pur essendo nato maschio (uomo in questo caso mi sembra un po' troppo) conosce molto bene la biologia femminile? Conosce molto bene il funzionamento delle mestruazioni ed è qua per darci un suggerimento a noi donne, che d'altronde cosa ne possiamo capire noi, del nostro corpo? Io capisco che siamo tutti esseri umani e che semel in anno licet insanire, ma qui mi sembra si stia proprio deviando.

Lei la barba come se la cura? Con pietre acuminate? La sua macchina è diesel o benzina? Il deretano con cosa lo pulisce? I libri sui quali avrebbe dovuto studiare durante il periodo scolastico (mi sembra evidente che non sia successo) erano fatti di quale materiale lavabile? Il profilattico che magari ha usato/usa (non che il mio interesse sia la sua attività) è per caso composto da budella di maiale o agnello? Sa, è molto inquinante.

Ma soprattutto, con quale faccia si permette di arrogarsi il diritto di decidere o meno del corpo delle donne?

Peccato non sia come gli assorbenti lavabili anche il suo cervello... forse avremmo potuto sperare.




Angela De Luca.

martedì 30 aprile 2019

Intervista a: SONO LA VOCE

#sonolavoce

Ecco a voi il link:
Intervista da parte di "Tutto il calcio blog"




Infinitamente grazie di quest'opportunità e preziosa esperienza!
AugurandoVi di continuare il Vostro splendido lavoro al meglio!

Angela De Luca



martedì 16 aprile 2019

Poésie pour Notre-Dame

#sonolavoce








Sconcertati guardammo il cielo ardere,
cosa stava accadendo?
Le fiamme invincibili continuarono a bruciare
l'Europa unita incominciò a pregare,
guardando i Vigili del Fuoco lottare.

Negli occhi solo sgomento,
tutto sembrò crollare, 
arte,storia, cultura stavano scomparendo.



Ma l'indomani, si ritornò a sperare.

Angela De Luca.












I diritti d'immagine sono dei loro rispettivi proprietari




giovedì 4 aprile 2019

Il circo, che piangere!

#sonolavoce




















                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   Prima di leggere il post, vi invito a guardare il video.




Non servono molte parole dopo aver visto questo video. Non è dei più cruenti, ma se volete approfondire il tema su YouTube trovate tanti altri documentari.
L'argomento non è di certo un segreto e ciò che succede all'interno dei circhi con gli animali è di dominio pubblico.  Tutti, in maniera più o meno specifica, sappiamo come gli addestratori trattino: elefanti, tigri, leoni, scimmie, cani etc. durante la sessione di insegnamento, ovvero come meri oggetti scenografici privi di paura, emozioni e dolore. Dove ogni mezzo usato per raggiungere il fine ultimo (godimento sadico degli spettatori) è lecito.
Ma le mie domande, a VOI che comprate il biglietto per vedere i risultati di queste pratiche sono :
1) Come fate a ridere delle sofferenze altrui?
2)Come riuscite a portarci i vostri figli, insegnando quindi il NON rispetto per la sofferenza e  la dignità degli animali (e magari in casa avete pure cani e gatti.) ?
3)Con che coscienza  pagate consapevoli di alimentare il supplizio?
4) Lo sapete che si tratta di animali strappati dal loro habitat per farvi divertire, per farvi ridere?

A guardare queste scene provo nausea, ma a pensare che VOI continuiate consapevoli ad alimentare questo abominio, VOI, fate proprio vomitare.


Angela De Luca.

sabato 30 marzo 2019

Lettera aperta al mio compagno (ed a qualsiasi uomo).

#sonolavoce

Ciao,
sono qui a scriverti perché vorrei farti capire quanto tu sia stato fortunato ad essere nato così, maschio.
Vorrei tu capissi la fortuna di essere nato uomo in una società misogina.
In una società dove io, donna, mi devo vergognare della mia natura, mi devo vergognare di avere le mestruazioni, mi devo vergognare di ammettere che mi piaccia il sesso (le scene di cunnilingus sono più censurate delle scene di stupro).
Dove io donna sono discriminata anche sul campo lavorativo. La differenza salariale tra uomo e donna è all'incirca del 17,5% negli stati europei, per non citare i molteplici episodi di donne che al rientro dalla maternità si sono ritrovate disoccupate anche grazie alla pratica delle "dimissioni in bianco".
Non stupirti, poiché, in Italia, il delitto d'onore e il matrimonio riparatore sono stati abrogati nel 1981. Il che significa che ad oggi molto probabilmente ci sono delle donne che sono ancora sposate con il proprio stupratore.
Questa pressappoco è la situazione odierna nazionale.
Ma nel mondo? Quale sarebbe la nostra condizione?
Se io fossi nata in qualche parte della Somalia o del Sudan? Sai cosa sarebbe successo?
Che in questo istante molto probabilmente sarei la moglie di un uomo che non amo, il quale la prima notte di nozze con un coltello mi avrebbe riaperto una ferita inflittami quando avevo 5 anni.
Si caro mio, perché se io fossi nata in queste parti del mondo, molto probabilmente da bambina, mi avrebbero portato in un luogo appartato e delle mani esperte e sporche di orrori e sofferenze, con una lametta usata su altre bambine mi avrebbero tagliato clitoride, piccole e grandi  labbra, per poi cucirmi il tutto con delle spighe, senza anestesia, tra atroci dolori e mi avrebbero legato le gambe e lasciata lì fino a quando non si sarebbe formata una cicatrice con solo un minuscolo foro per urine e mestruazioni, da lacerare nel letto nuziale. Ed i resti della mia femminilità li avrebbe mangiati qualche animale, condannandomi non solo a non poter aver piacere durante un rapporto sessuale, ma a malattie croniche, mestruazioni dolorose, parti pericolosi e varie cuciture rifatte ogni volta che avrei dato alla luce un bambino.. Se fossi sopravvissuta fino a quel momento, ovvio.
Le cose per fortuna in quei luoghi stanno iniziando a cambiare, ma essendo io nata nel '95 sarei una delle tante donne infibulate, e indietro non si torna.

E tu da uomo, vivresti la tua vita tranquillamente.

E se fossi nata in Nepal? Lo sai che in alcuni villaggi nonostante sia proibito, le donne vengono allontanate dalla comunità e chiuse in piccoli tuguri nei giorni in cui hanno le mestruazioni? Il tutto senza possibilità di cambiarsi, lavarsi, avere accesso all'acqua potabile. E con il pericolo di morire in ogni istante, come successo a tante adolescenti.

E tu da uomo, vivresti la tua vita tranquillamente.

Quanto sei stato fortunato ad essere uomo a prescindere dalla nazione? Ma immaginati me, con un destino diverso, non avrei avuto la stessa buona sorte.

Perché se tu fossi nato in Arabia Saudita potresti fare la vita che fai adesso, mentre io senza un uomo, il mio tutore, non potrei uscire, non potrei lasciare il Paese senza il suo permesso e lavorare. Da pochi anni potrei votare (dal 2011) e guidare . Ma sarei comunque di proprietà di un uomo e mi sarebbe negato il diritto di uscire di casa senza il Niqab, anche qualora la temperatura raggiungesse i 50° e i miei capelli non conoscerebbero mai la brezza del vento o i raggi di sole. Vivrei in uno Stato dove in tribunale la mia testimonianza varrebbe la metà della tua,  se tu avessi il sospetto di un mio tradimento, come da legge mi avresti scavato una buca,  mi avresti buttata dentro, ricoperto la fossa e lasciandomi libera solo la testa mi avresti uccisa a sassate in volto.

E tu da uomo, vivresti la tua vita tranquillamente.

In Nigeria, Chad, Benin, Sudafrica mi avrebbero stirato i seni, con pietre e bastoni roventi, per farmi essere meno attraente a te uomo,

che vivresti la tua vita tranquillamente.


E se fossimo in guerra? Sai cosa fanno alle bambine, ragazze e donne? Sai cosa mi avrebbero fatto?Mi avrebbero rapita, stuprata più e più volte, usata come giochino sessuale, schiavizzata ed ancora stuprata e stuprata di nuovo, per poi magari vendermi a qualcuno che mi avrebbe riservato la stessa sorte.

E se fossimo in una potenza mondiale come il  Giappone per esempio? Dove lo stupro e la sottomissione femminile vanno di gran moda? In una scuola facoltosa mi avrebbero insegnato come servire il marito, ad assumere atteggiamenti da ragazzina, annullando quindi il mio essere donna perché da quelle parti agli uomini eccita così. E andando in treno molto probabilmente qualcuno avrebbe strusciato il suo pene sopra di me, e io frutto dei retaggi culturali, avrei fatto male a ribellarmi. 

E nella politica? Quante volte quando si critica un politico uomo o donna, e con quest’ ultima si usano sempre insulti più pesanti scendendo sempre nella sfera sessuale,  augurandole anche di essere stuprata? 
Giusto a scopo informativo, il maschile di stronzo è stronza, non troia.

E sai invece la mia vita? Io a differenza tua non posso permettermi il lusso di uscire di casa la notte senza preoccupazioni o di prendere l’ultimo treno disponibile senza abbassare la soglia di attenzione. E siamo in Italia, nel 2019.  Ogni volta che esco devo stare attenta, avere 1000 occhi. Anche il pomeriggio, a testimonianza un episodio di alcuni mesi fa. Un pomeriggio mi recai da sola al centro commerciale di Marghera (VE), stavo camminando per i fatti miei quando due deficienti mi hanno iniziato a seguire in ogni negozio per poi proseguire il loro divertimento con me in autobus. Fortunatamente erano solo due cretini che più di darmi fastidio e pedinarmi non hanno fatto, ma se le loro intenzioni fossero state molto più serie e pericolose?

Cosa mi sarebbe potuto succedere?

E se tu ti fossi trovato a San Giorgio a Cremano (NA) in stazione non ti sarebbe successo niente, ma invece lì si è trovata una ragazza ed è stata violentata, e nonostante le riprese delle telecamere che hanno registrato l’orrore, gli stupratori uno ad uno sono stati scarcerati.
E tu uomo, vivi la tua vita tranquillamente.

Perché viviamo in una società che insegna alle donne a difendersi dallo stupro, invece di insegnare gli uomini a non stuprare le donne” 

Benvenuti nel 2019.

Angela De Luca




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I diritti d'immagine sono del proprietario.










lunedì 11 febbraio 2019

Giorno del ricordo dei morti di serie B

#sonolavoce









Norma Cossetto, ventiduenne studentessa istriana di Visinada stuprata da un branco di diciassette partigiani titini e buttata ancora viva nella foiba.Fu rinvenuta con un pezzo di legno conficcato nelle parti intime.





                                                                               
È da una settimana circa che sto pensando a cosa scrivere oggi.
Alla fine ho pensato di essere la voce di chi quel dramma me lo raccontò. Vi lascio 3 testimonianze, di cui la prima mi tocca da vicino.

Mio nonno, fu uno di quelli imprigionati nell’attesa del baratro, e fu uno dei pochi a salvarsi, anzi ad essere salvato: un paesano tornando a Paluzza (UD) avvisò bisnonna Romana che suo figlio era prigioniero e prossimo alla foiba. Lei vendette un terreno e con quei soldi, incamminandosi, percorse tutta la Carnia e la Bassa Friulana per arrivare dov’era detenuto(il nome del posto non me lo ricordo), ed i cari titini, molto ligi e corretti, quando videro i soldi della mia ava liberarono
senza indugi mio nonno.

Un altro concittadino anziano raccontò che una domenica doveva prendere il sacramento della cresima da parte del vescovo, a Capodistria, sarebbe dovuta essere una giornata di festa, ma i titini sorpresero il vescovo e lo bastonarono a sangue. La cerimonia salto' e si dovette fare tutto di nascosto.










Un signore nato a Pola invece mi raccontò il suo esodo, vissuto quando aveva 5 anni. Dopo aver perso il padre, lui,la mamma e la sorella furono costretti  a lasciare la città natale solo con un carretto, nel quale ci stavano raccolti gli oggetti più cari, tra tutti la foto della famiglia, un tempo felice. Questa donna con i suoi pargoli percorse e camminò a lungo prima di essere imbarcata insieme ai figli come bestie...sbarcarono dopo quasi due giorni e lui con gli occhi lucidi si ricorda ancora della dolcezza con cui gli italiani accolsero i loro connazionali esuli estirpati da tutto ciò che avevano, dando ai bambini un po’ di cioccolata calda, che per loro sembrava oro.
Avrei voluto trattare questo argomento come solo una tragedia merita, ma non ne sono in grado. Ho lasciato parlare i ricordi di coloro, che ancora oggi, hanno negli occhi quel dramma.









Angela De Luca con la collaborazione di Fabio Stellato.

I diritti delle foto appartengono tutte ai ispettivi proprietari.

lunedì 28 gennaio 2019

Lettera aperta all' Accademia della Crusca

#sonolavoce

Riflessioni sulla decadenza della lingua italiana, che voi incoraggiate.


Uscitemi il vaso sennò a me mi si appassisce il fiore e perde la petalosità.



Buongiorno,

sono un’ amante della lingua italiana e come tale avrei alcune domande da porVi visto il modo in cui state trattando la suddetta.
Dopo l’approvazione del termine “petaloso” ho capito che con voi lingua italiana, con l’arrivo del nuovo millennio, sta letteralmente naufragando nelle più profondi vortici dell’ignoranza.
Ieri, dopo aver letto le testate nazionali più famose, ho capito quanto Voi abbiate toccato il fondo.
In particolare modo mi riferisco a Vittorio Coletti e la sua risposta in merito all’utilizzo corretto o meno di “Scendere il cane” ed “Uscire il bambino”. Se queste locazioni sono ammesse in usi regionali e popolari (non sempre più estesi )Vi vorrei ricordare che la lingua italiana è una e nazionale!!!
Voi a maggior ragione dovreste riportare l’italiano al livello culturale che ogni lingua merita, non farlo diventare un patois di orrori lessicali e grammaticali espressi da chiunque Vi scriva.
Altrimenti date la Vostra benedizione anche ad un termine ampiamente utilizzato nel parlato e rendetelo lecito anche nella lingua scritta e nei documenti ufficiali: “coso”.
Rimando sempre più allibita, cordialmente.







Angela De Luca



i diritti dell' immagine sono del propietario.

domenica 27 gennaio 2019

Ricordare perché questo non accada più” (legge dello Stato n.211 del 20 luglio 2000)



#sonolavoce

disegno descrizione campi di concentramento
disegno descrizione prigioni di Assad


 Oggi, ricordiamo le vittime della Shoah, eppure, nonostante siano passati 74 anni, bisogna lavorare ancora molto per eliminare l’accanimento contro il diverso. Nei tempi recenti la giornata della memoria ha mutato il significato, è diventata quasi un appuntamento fisso, come tanti altri momenti durante l’anno: film, deposizione delle corone da parte delle alte cariche dello stato, immagini del profilo, frasi…
Eppure tutto ciò non avrebbe nemmeno più senso di esistere.
Leggendo la cronaca più o meno recente sembra quasi una presa in giro, noi non abbiamo LA memoria e nulla abbiamo imparato dal passato ed ora come non mai la teoria di Nietzsche dell’ “eterno ritorno” è vera.

In questi minuti, momenti, mentre scrivo, in tante parti del mondo altrettante comunità stanno vivendo la loro Shoah ed il loro sterminio è ben lontano dalla fine: i tibetani, la minoranza musulmana dei Rohingya , le bambine e le donne delle comunità più patriarcali, i desaparecidos, tutti i paesi infestati dalle guerre civili, gli omosessuali in alcuni stati, gli ebrei stessi che purtroppo hanno ancora a che fare con dei cretini (Gli ultimi in particolare con la maglietta di Aushwitzland).

Ma in particolare vorrei raccontarvi di due stati dove i loro luoghi di detenzione non hanno nulla da invidiare a quelli di concentramento, di sterminio. In merito a quanto scritto ritengo più opportuno lasciarvi delle testimonianze.
Le prime,provenienti da ex detenuti delle prigioni di Assad in Siria (mentre leggete, tutto questo continua ad accadere).

Esposizione atroce di un’ ex infermiera:
“In Siria sono state usate armi di ogni tipo. Non solo barrel bombs o bombe chimiche, ma anche un’arma vecchia quanto il mondo, lo stupro”[…] Rasha viene arrestata e per lei iniziano anni di inferno. “Prima ancora che potessi capire perché ero stata arrestata, hanno iniziato a malmenarmi. In cella sono stata diversi giorni nuda, senza mangiare e l’acqua che mi davano era pochissima. Non ricordo quanti giorni sono stata in isolamento. Era completamente buio. C’era un silenzio surreale, a volte credevo di essere morta. Non immaginavo che l’isolamento potesse essere il male minore. La cella era piccolissima e noi eravamo almeno otto donne. Non c’erano brandine, non c’era spazio per allungare tutte insieme le gambe. Il bagno era costituito da un buco sul pavimento e un tubo quasi sempre senza acqua che doveva servire per lavarci. Il cibo era pochissimo e dovevamo dividercelo. […] A turno ci facevano uscire. Le opzioni erano tre: la scarcerazione, l’esecuzione o la tortura. Quando sei una donna, la tortura preferita dai militari è la violenza sessuale. In cella con noi c’era una ragazza di sedici anni. Lei era quella che veniva fatta uscire più spesso. Non dimenticherò mai le sue urla ogni volta, il modo in cui si aggrappava a noi implorando di non lasciarla. […]Un giorno, dopo l’ennesimo stupro, ha iniziato a sbattere la testa sul muro. Una, due, tre volte. La ragazzina si era chiusa in un mutismo assoluto, urlava solo ogni volta che venivano a prenderla, finché una sera, dopo l’ennesima violenza, è entrata in cella ridendo. Era una risata isterica. Ha gridato ‘ora sono un generale, un generale dell’esercito siriano’ poi ha iniziato a sbattere la testa sul muro, con talmente tanta violenza da uccidersi.[…] I soldati fanno un macabro gioco. Più è alto il numero di coloro che abusano contemporaneamente di una vittima, più questa sale di grado. Essere generale significava il massimo dell’orrore.”

Omar, un detenuto dello stesso regime:
“ Quando sono arrivato a Saydnaya sono stato accolto dalla hafla, la festa di benvenuto riservata ai nuovi prigionieri che consiste in un pestaggio terribile. Sono stato costretto a spogliarmi completamente mentre alcuni soldati mi guardavano. Hanno aperto su di me un forte getto d’acqua e mi hanno detto che a quel punto ero pronto per incontrare i maestri. Ero terrorizzato”. Omar viene trascinato per spazi bui, maleodoranti, stretti. “Ho sentito gridare. Erano voci maschili. Non ho mai sentito urla così. Sono stato buttato in una stanza dove ho visto alcuni uomini sodomizzare col loro corpo o con bastoni i detenuti, in carcere sei un numero, dal giorno in cui entri, al giorno in cui esci”                                                                                                                                                                      
Quanta crudeltà ancora oggi? Non possiamo nemmeno paragonarci alla peggiore delle bestie, perché nemmeno essa giungerebbe a tanto.
Spostiamoci in Libia, in quello che succede prima che molti migranti giungano da noi. Non vi sto a raccontare in dettaglio i loro viaggi che durano in media uno/due anni, ma riporto, come sopra, una deposizione diretta di chi è stato ammassato come un oggetto insieme ad altri in celle anguste (vi ricorda qualcosa?) e dove le donne, come in tutte le guerre, vengono stuprate (non scendono dal barcone incinte per opera dello Spirito Santo).
“In Libia odiano le persone di colore. Ci trattano come schiavi e animali. Veniamo arrestati senza motivo e, una volta che veniamo incarcerati, o usciamo dopo aver pagato molti soldi o moriamo lentamente” “La maggior parte di queste persone vengono imprigionate arbitrariamente, senza mai essere sottoposte a un regolare processo” per immigrazione illegale. Vengono incarcerate in Libia, in centri dove subiscono “trattamenti inumani, Stupri, omicidi e torture in diretta telefonica a scopo di estorsione sono la normalità nei centri di detenzione per migranti in Libia, che tanto somigliano a quei campi di concentramento”

Moltiplichiamo tutti i racconti, tutte queste atrocità per un grandissimo numero di cuori che battono, in ogni parte del mondo, e nemmeno così riusciamo minimamente ad immaginare quante persone ancora soffrono. Moltiplichiamo il numero, perché la Shoah la stiamo continuando a vivere, più immensa e distruttiva di prima.

Ecco perché questa giornata non ha senso: il ricordo deve basarsi su un momento che non esiste più. Eppure in certe parti del mondo tutto questo è la normalità, e fino a quando le cose non cambieranno, ogni giorno dovrebbe essere instaurata la giornata all'eliminazione di quell' "ISMO" che  lascia sempre di più il segno, perché SE QUESTO È UN UOMO, preferisco non esista più.

E allora tutti insieme alziamoci e nel nostro piccolo cerchiamo di cambiare questo presente di merda e pieno di odio, affinché questa giornata un domani abbia davvero senso.






Angela De Luca.



Testimonianze sulle carceri siriane tratte dal sito www.tpi.it,di Asmae Dachan

Testimonianza sulla detenzione in Libia Tratto dal sito www.ilfattoquotidiano.it di Gianni Rosini
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