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martedì 22 ottobre 2019

PER OGNI DONNA STUPRATA E OFFESA SIAMO TUTTE PARTE LESA!

#sonolavoce





Posillipo: giornata di sole, mare e divertimento. 
Una giornata estiva normale, come tante: quattro ragazzi ed una ragazza, (amica di uno di loro) si recano a Marechiaro, una piccola borgata marina, per divertirsi e passare del tempo all'aperto.
Ad un certo punto il conoscente della ragazza si allontana, ma rimane comunque un momento normalissimo, si parla, si ride e si stupra.
Si stupra in branco quella ragazzina, rimasta sola, tremante in balia di sconosciuti, ma lei non si arrende alla paura, alla forza dei tre, si divincola, combatte, lotta, ma loro, lui, non molla. L'ha presa, è sua e spinge dentro, con inaudita violenza recandole abrasioni interne, graffi sul volto ed escoriazioni su tutto il corpo causati dallo schiacciamento contro gli scogli, perché che diamine, una ragazza che viene stuprata, viscidamente palpeggiata, mercificata, dovrebbe rimanere ferma. Tanto cosa sarà mai uno stupro?






Invece non si è calmata ed ha avuto bisogno delle cure del pronto soccorso, dove infermieri e medici l'hanno accolta ed accudita, rilasciandole il verbale dove si confermava l'abuso avvenuto. 
Torna a casa, probabilmente piangendo, urlando, disperandosi, ma non si ferma, lei ha il diritto alla giustizia ed i giudici hanno il dovere di dargliela. 
Il giorno dopo raccoglie i pezzi di se stessa ed inizia a ricercare il branco su Facebook, li trova tutti. Nonostante le minacce subite da questi ultimi, racconta tutto alla mamma e si reca a fare denuncia.
Inizia il processo.
Ai mostri viene assegnata una modalità di punizione alquanto patetica; la così detta: "messa alla prova". (Un istituto che consente di cancellare ogni traccia del reato commesso in cambio di una sorta di buona condotta rigorosamente a piede libero.
Alle fecce vengono quindi affidate attività di volontariato e lavoro. 
Voi penserete in qualche centro anti-violenza o qualcosa di inerente al crimine da loro commesso, ma signori miei siamo pur sempre in Italia, al branco viene invece insegnata l'arte della pizza, attività svolta da loro per tre volte a settimana.
Passa un anno e mezzo dalla prima udienza, inizia un nuovo dibattimento: l'ultimo.
Il Tribunale dei Minori, valutata la capacità lavorativa dei tre pizzaioli, ha cancellato agli atti la violenza sessuale subita dalla minorenne, eliminando il caso anche dagli archivi dei carichi pendenti di due dei tre imputati, tanto da restituire agli autori dello stupro uno status penale immacolato.
Caro magistrato, lo stupro non è più un reato contro la morale pubblica, ma contro la persona da qualche decennio. Nel 2019 non bastano margherite e capricciose, né per riabilitare i rei, né per rendere giustizia alla vittima.  

Anche se forse le vittime siete proprio voi, vittime di una disabilità mentale e di animo infimo, vittime di sporcare questo mondo, rendendolo un posto peggiore, tanto il branco quanto il giudice. Siete vittime di un destino che con voi è stato ancora meno clemente. Il male torna sempre indietro e per voi non è finita.


  
















Angela De Luca


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6 commenti:

  1. Grande, grande donna, grande mamma... Grazie per tutte le donne

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  2. E chie deve ancora riflettere, adesso lo faccia....

    Marcella

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    1. Cara Marcella speriamo lo faccia davvero, soprattutto chi indossa le toghe forensi.

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  3. Mi chiedo con che criterio certa magistratura si pronunci con queste oscenità.

    Miky96

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