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Audio "Lettera aperta al mio compagno ed a qualsiasi uomo"

mercoledì 9 ottobre 2019

Vajont, quelli del dopo

#sonolavoce





[...]Quella sera in casa dello scalpellino per cena ci fu un unico piatto a base di riso e conserva. Mentre mangiavano, la figlia raccontò alla mamma che finalmente la parrucchiera di Longarone l'aveva notata e le aveva promesso che durante le vacanze l'avrebbe presa con sé a bottega come apprendista. E concluse entusiasta: «Vedrai mamma, quando avrò imparato bene il mestiere ti farò diventare la donna più bella del paese!» Dopo cena i ragazzi si ritirarono nelle loro stanze; i genitori restarono in cucina accanto al fuoco. Parlarono del futuro cercando di immaginare anche quello dei figli e dai loro discorsi trapelavano fiducia e speranza. Verso le dieci si coricarono. Alle undici meno un quarto ci fu l'immenso boato. Vorrei convincermi che se ne andarono nel sonno, senza accorgersi che la morte era venuta a prenderli. Un pomeriggio, molti anni dopo, il vecchio Fin, tenuto in piedi dalla speranza di trovare la fede nuziale di sua moglie, risalì le rive martoriate di quella che era stata una delle dighe più alte del mondo. Teneva in mano una bambola senza braccia. Lui, che non aveva avuto figli, si era affezionato ai bambini della radura, poiché viveva in una baita vicino a loro. Nella sua quieta follia assicurava che quel giocattolo mutilato era appartenuto alla figlia dello scalpellino e sorretto da quella certezza la depose come una reliquia sui resti della casa dove aveva vissuto la bambina. Da quella sera lontana molti anni sono trascorsi, come vuole l'inesorabile cammino del tempo. Il vento del passato ha smussato gli spigoli taglienti a quei giorni tragici e impressionanti. La rassegnazione pulisce il dolore rendendolo levigato ed essenziale come un ciottolo di torrente. Solo ogni tanto esso torna a cercarci scostando per un attimo il velo dell'oblio. Ma poiché ricordare è un riflesso istintivo, da tutti quei morti emergono i volti dei bambini scomparsi nell'acqua del Vajont. E la tristezza, nel suo perenne girotondo attorno ai fatti della sera maledetta, passa a visitarci portando con sé il sorriso di quei bambini e il ricordo della loro ultima estate

Estrapolato da "IL VOLO DELLA MARTORA", MAURO CORONA.



Vittime dell'avidità e di una società che pensa sempre più al vil denaro a discapito delle vite,
morti per non insegnare nulla, purtroppo la storia continua ad essere un eterno ritorno.




Angela De Luca
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