#sonolavoce
[...]Quella sera in casa dello scalpellino per cena ci
fu un unico piatto a base di riso e conserva. Mentre
mangiavano, la figlia raccontò alla mamma che
finalmente la parrucchiera di Longarone l'aveva
notata e le aveva promesso che durante le vacanze
l'avrebbe presa con sé a bottega come apprendista.
E concluse entusiasta:
«Vedrai mamma, quando avrò imparato bene il
mestiere ti farò diventare la donna più bella del
paese!»
Dopo cena i ragazzi si ritirarono nelle loro
stanze; i genitori restarono in cucina accanto al fuoco. Parlarono del futuro cercando di immaginare
anche quello dei figli e dai loro discorsi trapelavano fiducia e speranza. Verso le dieci si coricarono.
Alle undici meno un quarto ci fu l'immenso
boato.
Vorrei convincermi che se ne andarono nel
sonno, senza accorgersi che la morte era venuta a
prenderli.
Un pomeriggio, molti anni dopo, il vecchio
Fin, tenuto in piedi dalla speranza di trovare la
fede nuziale di sua moglie, risalì le rive martoriate
di quella che era stata una delle dighe più alte del
mondo. Teneva in mano una bambola senza braccia. Lui, che non aveva avuto figli, si era affezionato ai bambini della radura, poiché viveva in una
baita vicino a loro. Nella sua quieta follia assicurava che quel giocattolo mutilato era appartenuto
alla figlia dello scalpellino e sorretto da quella certezza la depose come una reliquia sui resti della
casa dove aveva vissuto la bambina.
Da quella sera lontana molti anni sono trascorsi, come vuole l'inesorabile cammino del tempo.
Il vento del passato ha smussato gli spigoli
taglienti a quei giorni tragici e impressionanti.
La rassegnazione pulisce il dolore rendendolo
levigato ed essenziale come un ciottolo di torrente.
Solo ogni tanto esso torna a cercarci scostando per
un attimo il velo dell'oblio. Ma poiché ricordare è
un riflesso istintivo, da tutti quei morti emergono i
volti dei bambini scomparsi nell'acqua del Vajont.
E la tristezza, nel suo perenne girotondo attorno ai
fatti della sera maledetta, passa a visitarci portando
con sé il sorriso di quei bambini e il ricordo della
loro ultima estate
Estrapolato da "IL VOLO DELLA MARTORA", MAURO CORONA.
Vittime dell'avidità e di una società che pensa sempre più al vil denaro a discapito delle vite,
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