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lunedì 11 febbraio 2019

Giorno del ricordo dei morti di serie B

#sonolavoce









Norma Cossetto, ventiduenne studentessa istriana di Visinada stuprata da un branco di diciassette partigiani titini e buttata ancora viva nella foiba.Fu rinvenuta con un pezzo di legno conficcato nelle parti intime.





                                                                               
È da una settimana circa che sto pensando a cosa scrivere oggi.
Alla fine ho pensato di essere la voce di chi quel dramma me lo raccontò. Vi lascio 3 testimonianze, di cui la prima mi tocca da vicino.

Mio nonno, fu uno di quelli imprigionati nell’attesa del baratro, e fu uno dei pochi a salvarsi, anzi ad essere salvato: un paesano tornando a Paluzza (UD) avvisò bisnonna Romana che suo figlio era prigioniero e prossimo alla foiba. Lei vendette un terreno e con quei soldi, incamminandosi, percorse tutta la Carnia e la Bassa Friulana per arrivare dov’era detenuto(il nome del posto non me lo ricordo), ed i cari titini, molto ligi e corretti, quando videro i soldi della mia ava liberarono
senza indugi mio nonno.

Un altro concittadino anziano raccontò che una domenica doveva prendere il sacramento della cresima da parte del vescovo, a Capodistria, sarebbe dovuta essere una giornata di festa, ma i titini sorpresero il vescovo e lo bastonarono a sangue. La cerimonia salto' e si dovette fare tutto di nascosto.










Un signore nato a Pola invece mi raccontò il suo esodo, vissuto quando aveva 5 anni. Dopo aver perso il padre, lui,la mamma e la sorella furono costretti  a lasciare la città natale solo con un carretto, nel quale ci stavano raccolti gli oggetti più cari, tra tutti la foto della famiglia, un tempo felice. Questa donna con i suoi pargoli percorse e camminò a lungo prima di essere imbarcata insieme ai figli come bestie...sbarcarono dopo quasi due giorni e lui con gli occhi lucidi si ricorda ancora della dolcezza con cui gli italiani accolsero i loro connazionali esuli estirpati da tutto ciò che avevano, dando ai bambini un po’ di cioccolata calda, che per loro sembrava oro.
Avrei voluto trattare questo argomento come solo una tragedia merita, ma non ne sono in grado. Ho lasciato parlare i ricordi di coloro, che ancora oggi, hanno negli occhi quel dramma.









Angela De Luca con la collaborazione di Fabio Stellato.

I diritti delle foto appartengono tutte ai ispettivi proprietari.

6 commenti:

  1. Se solo a scuola insegnassero anche la storia recente e non solo preistoria e medioevo, forse oggi tutti conoscevano.
    Giorgio

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    1. Un programma scolastico di storia che andrebbe sicuramente rivisto dal ministero, magari si potrebbe pensare di fare un programma aritroso.

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    2. Condivido l' idea di Fabio, ma sarebbe da rivalutare la scuola in toto.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Purtroppo la risposta va ricercata in una sorta di tacita complicità, durata decenni, tra le forze politiche centriste e cattoliche da una parte, e quelle di sinistra dall'altra. Fu soltanto dopo il 1989 (con il crollo del muro di Berlino e l'autoestinzione del comunismo sovietico) che nell'impenetrabile silenzio incominciò ad aprirsi qualche crepa. Il 3 novembre 1991 Francesco Cossiga si recò a Basovizza ed in ginocchio chiese scusa per un silenzio durato 50 anni. Poi arrivò la Tv pubblica con la fiction il cuore nel pozzo ed il resto è storia attuale..... La coltre del silenzio che per troppo tempo era calata sulla tragedia delle terre orientali italiane, divenne più sottile e finalmente abbiamo potuto conoscere quante sofferenze dovettero subire gli Italiani del Friuli Venezia Giulia, dell'Istria di Fiume e della Dalmazia.

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  4. Purtroppo il lato oscuro della storia è proprio quel momento in cui le persone che dovrebbero istruire i ragazzi del futuro, cercano di coprire questo orrore.

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