Chissà a cosa pensavi in quel momento, a quando dei balordi hanno strappato con forza la tua mamma dall'auto e l'hanno rubata con te dentro, probabilmente non capivi ancora cosa stava accadendo.
Mi chiedo se avevi paura, quando diventato un impiccio, ti hanno abbandonato in mezzo alla campagna senza darti qualche possibilità in più di sopravvivere, invece magari di lasciarti legato vicino a qualche negozio; magari in un angolino con il tuo trasportino ben visibile agli occhi dei passanti.
Qual era l'odore di casa che cercavi? Di cosa sapeva il luogo a cui appartenevi?
Sai Zeus, mentre guardo negli occhi il mio cane, che tanto ti assomiglia: macchiette su musetto e zampe, un bel manto più scuro del tuo, penso al dolore inimmaginabile che sta provando ora chi ti vuole bene e tanto ti ha amato.
Sono sicura, però, che la forza di correre e combattere lo spaventoso dramma in cui ti sei trovato te l'ha data proprio la tua famiglia, e sono convinta che quando il treno ti ha investito sei morto in pace, con loro negli occhi e nel cuore.
Buon ponte cucciolo.
Qui potete trovare La storia di Zeus
Angela De Luca.